martedì 21 giugno 2016

La Guerra degli Alati - Spia nel Mondo di Sotto

Uno di quei libri che ho da tanto in libreria e che aspettavo un pretesto per avere voglia di leggere. Al solito, non l’ho comprato io ma il mio ammore, che ovviamente non lo ha letto XD
Il primo impatto non è stato propriamente piacevole. Non mi trovavo molto con lo stile narrativo e il protagonista mi diceva poco. Col tempo allo stile mi sono abituata, però ci ho messo davvero un sacco a finirlo considerato che, comunque, non è che sia lunghissimo e scritto piccolissimo.
Non conosco l’autore, leggo in fondo che è un autore affermato nella fantascienza e questo è il suo primo lavoro per ragazzi. Considerando che l’idea di base non mi dispiace, ma la trama nello specifico non mi ha presa, forse è colpa del target?


La Trama:
Az de Gabriel è nato così. Senza ali. In un mondo dove tutti si spostano volando sopra le nuvole sembra destinato a essere un diverso. Finché, proprio per la sua somiglianza ai Terricoli, Az viene scelto per una missione nel mondo di sotto: deve indagare sul perché i rifornimenti periodici che arrivano dal Suolo sono sempre più scarsi. Ma laggiù lo aspetta una realtà che nessuno poteva immaginare: la potente casta dei Diaconi e i rivoluzionari Umanisti stanno innescando una lotta che minaccia perfino il popolo degli Alati. Il sedicenne Az si troverà coinvolto fino al collo nella battaglia, ma non sarà solo: lo affiancheranno nuovi amici e il suo primo, appassionato amore. Non gli rimane che combattere per salvare tutti i mondi sopra e sotto le nuvole.
La prima cosa che ho pensato leggendo è che la copertina ci incastra poco. Cassie ci può anche stare (la ragazza dietro), ma Az vestito a quel modo mi pare più un cavaliere fantasy che un Alato che viene da un mondo moderno sopra le nuvole. Quando inizi a leggere ti sembra di essere in un presente normale, non fosse per la gente con le ali. Guardi la copertina e ti chiedi: perchè lo avete fatto così? Mero appagamento per gli occhi che sullo scaffale ne sarebbero stati attratti? Ci sta…

La trama l’ho presa da Goodreads, ma comunque non è Az de Gabriel, ma Az Gabrielson… esattamente come ogni personaggio si chiama Tizio Caioson o Tizia Caiosdaughter, figlio o figlia di… ma a parte questo… lui si chiamerebbe Azrael per intero, eppure anche chi non lo conosce lo chiama Az… che ce l’hai a fare un nome vero? Sono dettagli, però mi risulta davvero incomprensibile…

Il mondo di sopra non mi è rimasto molto a cuore… diciamo che, forse, non c’è neanche tempo per comprenderlo o per immaginarlo bene. Me ne sono fatta un’idea molto stereotipata che me lo ha fatto quasi rimanere antipatico.
Il mondo di sotto mi è piaciuto molto di più, anche se “sentire” parlare quella gente fa venir voglia di imporre la grammatica a tutti XD però è una caratterizzazione che ci sta.

La trama, di per sé, non è chissà cosa, ma l’idea del mondo, come detto all'inizio, mi piaceva e forse, sviluppata in un altro modo, mi sarebbe piaciuta anche di più. Sempre tornando al discorso iniziale, forse se la stessa ambientazione fosse stata sviluppata senza puntare a un pubblico giovane, avrebbe attratto di più? Non lo so… non ho metro di giudizio non conoscendo altre opere di questo autore.

I capitoli brevi, a volte tagliati secondo una logica che a me sfugge (nel senso che alcuni sarebbero stati benissimo anche uniti, a mio parere) non hanno fatto altro che favorire la mia lettura a contagocce. Non riuscivo a farmi prendere e quindi il libro è rimasto sul comodino più del previsto. Me lo sono portato dietro ovunque, ma proprio la voglia di leggerlo mancava… alla fine ieri notte mi sono impuntata e l’ho finito.

I personaggi non mi hanno detto molto. Mi sarei aspettata di rimanere affascinata da qualcuno degli Alati, ma alla fine non me li sono neanche figurati più di tanto. Alcuni dettagli, come gli occhiali del signor Mordadson, sono l’unica cosa che ti entrava in testa e dopo un po’ quegli occhiali li avrei voluti bruciare. Paradossalmente, nella loro normalità un po’ degradata, sanno essere più caratterizzati i terrestri.

La conclusione è molto aperta per certi versi… cioè, non è che per forza devi leggere il secondo per capirci qualcosa, ma è evidente che questo è solo l’inizio. Il secondo sarebbe già sul mio comodino, ma un po’ mi sento in pena all'idea di iniziarlo… se è come il primo ci metterò un sacco a leggerlo, ammesso che non mi imponga di macinare almeno qualche pagina la giorno.

In sostanza boh… non mi ha colpito molto e non mi sentirei di consigliarlo. A me è risultato un po’ tanto prevedibile e privo di colpi di scena o eventi che possano rimanere nel cuore di un lettore. Poi ovviamente sono pareri…

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