martedì 21 giugno 2016

L'Orda del Vento

Lo avevo comprato, messo in libreria e dimenticato.
Parlando con degli amici di questo romanzo che li aveva così appassionati, alla fine me lo hanno prestato… solo dopo alcuni giorni ho scoperto di averlo, mentre sistemavo la libreria su Goodreads.
La descrizione di libro-mondo è molto azzeccata perchè, da quando apri la prima pagina, vieni travolto dal vento e trascinato via da questo romanzo complesso, molto particolare e articolato e contri con l’orda, alla ricerca dell’Estrema Vetta.


Penso che sia uno di quei libri dove la trama potrebbe non essere mai sufficiente a capire di cosa parliamo. Nessuna sinossi può preparare al mondo che l’autore ha ricreato e che ne ha un po’ dello steampunk.
Le descrizioni dei personaggi non sono dettagliate, non dal punto fisico. Il mondo non ha bisogno di troppe parole, il mondo lo senti, lo senti come il vento che soffia perennemente, che sia una zefirina o un dannatissimo fuorvento.
I nostri protagonisti sono ventidue (se ben ricordo) e ognuno è un mondo a sé. Ognuno racconta la storia dal proprio punto di vista, ognuno vive la risalita del mondo a modo suo, con le sue abilità, al suo posto nella 34^ orda.

33 orde e nessuna ha mai raggiunto l’Estrema Vetta. 33 orde di cui alcune completamente disperse. Orde i cui membri partono ad addestrarsi che sono bambini e, nemmeno ragazzi, affrontano il mondo, da soli, a piedi, contro vento. Fratelli, sorelle, compagni, amanti. Decine di anni passati insieme, guidati dal nono Golgoth. Nove forme di vento, solo sei conosciute.

Inizialmente è difficile capire. I nomi delle cose, delle creature, dei venti… tutto è strano, tutto incomprensibile, nuovo. Nuovo, eppure così ovvio e scontato per i protagonisti che dopo un po’ impari, apprendi, scopri e viaggi con loro. Alcuni sono solo contorno, altri impari ad amarli, odiarli e sei lì, che li sproni quando il vento colpisce, che sorridi quando la calma lascia spazio a momenti di gioia e affetto. Sei lì quando cadono, si rialzano, lottano… alla ricerca della verità, dell’origine del vento, della fine del mondo. Cos'è l’Estrema Vetta? Cosa ci sarà lassù? Ognuno ha il suo pensiero in merito, ma nessuno lo sa.

La prima cosa che ho notato leggendolo è che le pagine scorrono al contrario, dalla 700 e qualcosa alla 1. Curiosa scelta, e c’è un motivo dietro. Un motivo che inizi forse a immaginare dopo un po’, ma non hai mai la certezza, o forse non vuoi averla, proprio perchè non puoi andare avanti, sei lì con l’orda e con loro avanzi scoprendo sprazzi di questo mondo sferzato dal vento. I suoi abitanti, le soluzioni adottate per scampare alla furia distruttrice delle correnti, le creature assurde… come i croni. Creature non è forse la cosa migliore… sono vento anche loro, ma hanno poteri, alcuni inoffensivi, altri letali…

L’edizione che avevo io, quella della TEA, non ha il dizionario dei simboli per i personaggi, ma gli amici che me lo hanno prestato se lo sono segnato a mano. A dirla tutta, salvo qualche caso di personaggi più marginali, dopo un po’ inizi a riconoscerli anche solo per il modo di parlare, per i loro pensieri e sentimenti.

Personalmente ho apprezzato Golgoth e Pietro, due personaggi quasi all'opposto, ma che insieme danno equilibrio all'orda. Caracollo, perchè, per quanto ci si perda nei suoi discorsi arizigogolati, non si può non apprezzare questo trovatore dalla maglia arlecchino. Sov, perchè è lo scriba, perchè, alla fin fine, è il narratore più preciso e neutro attraverso cui seguire il tragitto lungo anni.
Le donne, invece, non hanno avuto le mie simpatie. Solo verso la fine ho rivalutato Oroshi, l’unica ad avere, forse, un carattere sufficientemente forte per reggere il peso di questo viaggio sfiancante.

Per quanto il mondo sia nuovo e diverso, pieno di eliche, turbine, ventole e costruzioni e stratagemmi che rievocano un mondo steampunk dove il vapore è sostituito dal vento, i personaggi sono umani, concreti, forti e deboli a modo loro. Più si va avanti e più la loro umanità viene a galla, la fatica, lo sfinimento anche di quelli che sembravano incrollabili.

C’è un progetto francese che vuole creare un film d’animazione su questo libro e, porca miseria, sì, se lo fate bene, sì, sì e sì. Guardando il trailer mi è battuto forte il cuore, perchè mi sembra di sentire ancora il vento addosso.

Certo, non è un libro semplice, leggero. Richiede una certa concentrazione mentre leggi, ma, arrivati alla fine, non lascia amarezza, non per la lettura. Poi certo, il finale forse non è proprio rose e fiori, ma questo mondo non lo è dall'inizio. Forse è per questo che mi piace. Non ci sono eroi, non ci sono buoni o cattivi. Ci sono degli esseri umani che per onore, per quello che hanno scelto di essere, attraversano il mondo senza l’aiuto di mezzi di alcun tipo. Sfidano il vento, la sabbia, la pioggia, la grandine, l’acqua, la neve, il ghiaccio… niente li ferma, niente e nessuno.

L’ho letto forse in ritardo, ma sono felice che mi abbiano consigliato di farlo. Se non lo avevo, lo avrei comprato. Il vento di questo libro è bellissimo, dalla soluzione adottata per scrivere le correnti attraverso la punteggiatura, ai nodi di vento del vivo delle creature viventi. Non si può spiegare la sensazione che lascia… io almeno non ci riesco. So, però, che è stata un’immersione totale e che da tempo non mi trovavo la gola stretta per la scena di un libro, per dell’inchiostro su carta…

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