lunedì 20 giugno 2016

Nata sotto una buona Stella

Fra le varie seghe mentali di un lettore come me c’è quella riguardo la lettura di libri scritti da amici o comunque da persone conosciute con cui hai un qualche rapporto. Capita molto spesso quando si scrive… è ovvio finire per conoscere i “colleghi” e se alcuni rimangono nomi e facce con cui hai poco a che fare, altri diventano amici, persone con cui parlare è piacevole e anche condividere opinioni. Finisce così che spesso ci si interessa ai loro lavori e per me è così. Vorrei prendere un sacco di libri di persone che conosco, ma non è sempre facile avere soldi da spendere e così la lista si allunga…
A volte sono così mortificata quando ne prendo uno e lascio lì gli altri… mi sembra di offendere il suo autore…
In questo caso Lisabetta, in occasione di un caffè, mi ha regalato il suo. L’avrei baciata, ma mi sono trattenuta. Le ho comunque preso un libro per conto di mia mamma u,u e le ho regalato il mio.
A questo punto arriva il punto peggiore: la lettura.
Apri il libro con quell'ansia da: oddio, e se non mi piace? Che le dico? Dovrei evitare? Meglio essere sinceri o attutire il colpo? E quando la rivedo in faccia? Oddio, oddio, oddio…
Perché sì, in realtà nessun autore è mai completamente pronto a sentirsi dire schiettamente: mi spiace cocco, forse dovevi darti all’ippica. Davvero, sinceramente…
A parte il fatto che le critiche dovrebbero essere un attimo meglio strutturate, ma comunque questo non è stato il caso. Ho aperto il libro e in due giorni me lo sono bevuto, pertanto… a noi!


Il libro si presenta subito per il suo contenuto: è la storia di un cane, di un cane e della sua amica umana. Quella in copertina è Stella, la protagonista di questa storia scritta dall'umana che l’ha vista crescere, l’ha amata, curata… si potrebbe dire la sua padrona, ma non è così: Stella non è il cane scelto da Lisabetta. La sua storia è molto più complessa.

Stella arriva nel giardino che Lisabetta condivide con la famiglia che le affitta il piano terreno della casa. E’ stata presa per la bimba della famiglia e questa palletta pelosa intenerisce subito.
L’autrice ha avuto un’infanzia passata con il pastore tedesco dei nonni, un cane che amava e da cui era amata incondizionatamente: Kim. Questo imprinting infantile ha probabilmente plasmato la nostra autrice rendendola la persona che è, la persona che fin da subito ha capito i bisogni di Stella, una cucciola che fin dal primo giorno è stata lasciata sola nel giardino, senza che le venisse mostrata la sua cuccia, senza un aiuto ad ambientarsi in quel nuovo mondo senza mamma e senza fratelli.

Si potrebbe dire che la storia di Stella dovrebbe essere letta da tutti, specie da chi ha o vorrebbe avere un cane. E’ la storia di una cagnetta che non ha chiesto di essere presa e che è finita suo malgrado in una famiglia che non era in grado di occuparsene. L’autrice non era la sua padrona, ma alla fine è diventata la sua amica, la persona che la osservava, ci giocava, si preoccupava per lei e che l’ha salvata.

Stella è stata vittima di malasanità, di ignoranza, incomprensione… troppo spesso si tende a umanizzare un animale pensando che il suo comportamento abbia analogie con il nostro, ma non è così. La convivenza si costruisce nella comprensione del suo mondo. Come si dice: un cane non nasce cattivo. Non esistono cani cattivi, esistono cani che hanno trovato padroni che non li hanno capiti e che li hanno resi quel che sono.

Questo libro si legge con un sorriso che ogni tanto trema di commozione, che si spegne di dolore e di rabbia, per riaccendersi scaldato dall'amore che traspare dalle parole dell’autrice nel raccontare le avventure e le disavventure di Stella, le notti insonni e i progressi fatti per rendere la vita di Stella equilibrata.

Ho letto altri libri con protagonisti degli animali, dei cani nello specifico, ma l’unico che è rimasto davvero in me è Abbaiare Stanca di Daniel Pennac. E’ un libro per bambini, l’ho letto alle elementari, ma è rimasto dentro di me… e adesso posso dire che Stella ha un posto vicino a quel cagnetto a macchie nere. Sfido chiunque a leggere questo libro e a non rivolgere con un pensiero una carezza a Stella, per la sua forza, la sua pazienza.

Stella adesso non c’è più, ma il libro finisce che lei è ancora viva, una vecchietta che passa le sue giornate con l’autrice, infine “padrona” di questa cagnetta sfortunata che nella sua sfortuna ha trovato qualcuno che l’ha amata davvero. Nel leggere questo libro, si capisce quanto un cane possa davvero essere il migliore amico dell’uomo; amico, compagno, sostenitore.
Io ho conosciuto Gemma, la pastore tedesco che attualmente Lisabetta ha, e la sua gattina nonna Sofia. Penso che leggendo questo libro possiate conoscere anche voi questa donna, un’autrice che non ha scritto una storia solo per far sorridere, ma per far riflettere, per ricordare la sua Stella.

Non è un manuale, non è un libro con la pretesa di essere qualcosa: è una storia sincera, fatta di cose belle, cose brutte e di tanto amore. Leggendolo si ha l’impressione di aver passato con Stella e la sua compagna umana un’intera vita fra gioie e dolori, scoperte e impegno.
E’ un libro per chi non conosce il cane, per chi vorrebbe conoscerlo, per chi lo ha, per chi lo ha avuto, per chi lo vorrebbe avere. E’ un libro che, nella sua sincerità, mostra cosa vuol dire avere un cane vicino. Non nasconde i lati brutti e la sofferenza, l’impegno che richiede, ma fa capire quanto tutto questo venga meno quando si riceve in cambio l’amore incondizionato di quegli occhi profondi.

Adesso direte voi: miseria che sviolinata Aurora, va bene che la conosci, ma non ti pare di esagerare? No, questo è quello che ho pensato dopo le prime pagine e fino alla fine.
Non ha difetti? Sì ne ha, ma per la prima volta posso dire che il come è scritto non mi ha bloccata, ma mi pare comunque giusto parlarne.
L’autrice non usa virgolette alte o basse per i dialoghi. I dialoghi e i pensieri non vengono “evidenziati” in alcun modo e questo, in alcuni punti, rende tutto molto caotico e richiede uno sforzo in più per capire quando le frasi sono parlato, pensiero del momento o pensiero dell’autrice nel momento della stesura.

Per il resto non credo ci siano molti appunti da fare. E’ scritto come se l’autrice stesse raccontando la storia al lettore, senza ricerca di uno stile narrativo distaccato. Forse è questo che spinge chi legge a immedesimarsi nella situazione e voler bene a Stella, il conoscerla così da vicino, senza barriere distaccate date da una storia scritta come un racconto di fantasia.

Io vi consiglio di cercare questo libro e regalarvelo, regalarlo, leggerlo e sono sicura che Stella farà sorridere anche voi e la prossima volta che incontrerete un cane capirete qualcosa di più di quello che è il suo mondo.
Intorno a noi ci sono, ci saranno e ci sono state tante “Stella”, molte delle quali non hanno avuto la fortuna di trovare un’umana pronta a capirle, aiutarle e difenderle.
Leggere la storia della nostra Stella potrebbe essere un modo di capire ed evitare che altri cani passino le sue stesse pene per disattenzione, ignoranza e incomprensione. Gli animali sono compagni preziosi, ma richiedono dedizione e comprensione. Siamo due mondi diversi, dobbiamo solo trovare il punto di unione e vi assicuro che c’è.

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