domenica 31 luglio 2016

L'Occhio del Dragone di Dave Morris

Ah quei tempi in cui era più facile trovare qualcuno che giocava leggendo piuttosto che attaccato a una console o, per stare al passo coi tempi, al suo smartphone.
Vi ricordate (anche no) che secoli fa parlai di un librogame che avevo messo da parte dopo aver fallito per 8 volte in 8 modi diversi? Ebbene, eccolo qui e... ho rifallito altre 7 volte pur col sostegno nelle scelte del mio compagno quindi, dopo quindici tentativi finiti male, per me questo libro game è finito!


Serie Golden Dragon, metodo di gioco molto semplice, ma se cercate un librogame difficile, questo fa per voi. Già all'inizio viene presentata come un'avventura difficile e viene suggerito di annotarsi i vari tentativi e le varie scelte di modo da non ricommettere gli stessi errori perchè, come prevedibile, morirete tante di quelle volte che non riuscirete a tenere a mente tutte le scelte che avete fatto.

Siamo mandati in una città abbandonata, Thalios, maledetta dagli Dei e per questo sommersa dal mare. Adesso le sue rovine sono ancora là, raggiungibili fino a quando la marea non si alza, ma sono infestate dai Kappa, creature marine che sembrano fatte di corallo. Dobbiamo trovare Mastro Giru, arrivato alla città per le sue ricerche assieme a delle guardie e al suo apprendista. Lo studioso ha trovato il famoso Occhio del Dragone, ma ha bisogno di un potente mago (si, siamo noi) per aprire lo scrigno in cui è custodito.

La maggior parte delle volte siamo morti senza nemmeno arrivarci da mastro Giru e, una volta arrivati, abbiamo fallito perchè non avevamo niente di ciò che serviva... non è frustrante? Per recuperare tutti gli oggetti utili dovete davvero infilare ovunque, provarle tutte... e morire mille volte, perchè va sempre a finire che ti scoprono, ti sentono, chi sembrava amichevole non lo è, non c'è niente di innocuo (o quasi) e l'unica è tentare, tentare e tentare... sperando anche nella fortuna dei lanci di dado.

Ero tentata di segnarlo abbandonato, ma in realtà 15 tentativi non si possono definire abbandono. Ho concluso con l'andarmene dalla città a mani vuote, ma almeno vivo e vegeto, anche se bellamente e notevolmente ammaccato, ma per lo meno non sono morto per qualche oscura ragione (ammazzato, avvelenato, spiaccicato...).

Se vi piacciono le sfide difficili e avete un pomeriggio per leggere, provatelo. Prendetevi un foglio e segnatevi tutte le scelte e dove morite, cercando di evitare gli sbagli precedenti e... buona fortuna!
Torno a finire la mia lettura "standard"...

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